"E’ tornata in discussione l’opportunità o meno della partecipazione dei genitori alla vita scolastica
La contrapposizione maggiore si riscontra tra chi propone di tornare alla vecchia scuola autoritaria di un tempo, liberata dai consigli inconcludenti, e quanti attribuiscono le disfunzioni proprio al fatto che gli organi collegiali non sono pienamente valorizzati e non si utilizzano neppure le procedure corrette per risolvere il contenzioso nella scuola.
Bisogna riconoscere che la partecipazione agli organi collegiali, dopo decenni di pratica, non suscita entusiasmi né nei genitori e neppure tra studenti e docenti. Sembra ridursi a stanco “adempimento burocratico” invece di costituire, come sembrava promettere agli inizi, una grande opportunità di coinvolgimento sociale e di rinnovamento educativo.
Non si valorizzano le procedure, definite nella “Carta dei Servizi”, secondo cui le disfunzioni e i disagi vanno segnalati ai responsabili, i quali sono tenuti, pena sanzione disciplinare, a rispondere entro quindici giorni e a farsi carico della soluzione del problema.
Non si coinvolgono in modo appropriato e convinto le associazioni dei genitori e gli organi collegiali, dove le divergenze possono essere affrontate con franchezza e piena trasparenza fino a trovare la soluzione, decisa anche attraverso voti di maggioranza. Si tende, invece, a perpetuare le antiche chiusure autoreferenziali, che non riescono ad evitare le contestazioni, ma le lasciano in balia di sotterranee dinamiche, che raffreddano i rapporti e sono all’origine di gravi disagi interiori, che rendono la vita scolastica insoddisfacente per tutti.
La partecipazione dei genitori non è, infatti, lesiva delle competenze dei docenti, ma al contrario può diventare un’opportunità per una professionalità autentica, consapevole del proprio valore, capace di riscuotere apprezzamento e stima nel franco confronto con studenti e famiglie."
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