Il che non esclude assolutamente che si cerchi in ogni modo di insegnare ai ragazzi con disabilità cognitiva a leggere, scrivere e “far di conto”. Esclude che si passi del tempo a far copiare le equazioni ad un ragazzo che, a sedici anni, non sa trovare nel borsellino le monete necessarie per comprarsi un caffè alla macchinetta della scuola. Che, peraltro, non saprebbe comunque usare." ....
MIUR-USR per l'Emilia Romagna Ufficio III diritto allo studio
4 commenti:
La scuola deve impegnarsi a far apprendere ai ragazzi disabili ciò che è più "utile" e "vicino" al loro mondo.Non è difficile.....basta solo guardarli negli occhi e avvicinarsi così al loro... mondo, apparentemente molto lontano dal "nostro"ma non per questo meno "interessante"!!!
Non servono "grandi docenti" ma "piccoli maestri" che sappiano , con estrema dolcezza, offrir loro un semplice sorriso e.... soprattutto indispensabili "consigli" e "concreti " esempi da poter "riutilizzare" nel viver quotidiano !!!
Ma io di veri "maestri" ne ho incontrati davvero pochissimi!!!!!
l'accoglienza non è carità, ma GIUSTIZIA ...
la scuola è anche un aiuto per i genitori di questi ragazzi ... perchè pochi possono capire cosa prova una mamma, una sorella, un parente che, oltre ad essere spesso guardati con compassione o peggio non essere 'visti' per niente, vivono 365 giorni l'anno assistendoli e volendogli bene ... senza un giorno di riposo.
cito: ...Gli insegnanti devono ricordare che “andare a scuola” non significa passare anni a colorare schede fotocopiate da libri, facendo finta di imparare a fare quello che fanno gli altri (sempre più “per finta” man mano che gli anni passano)....
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