9.7.11

La questione dei "minerali del conflitto" in RD del Congo

Dal 1993 ad oggi nella Regione dei Grandi Laghi ci sono stati circa 10 milioni di morti.


Il 18 maggio, un nuovo rapporto di Global Witness indica che le evoluzioni nel controllo delle miniere dell'est della Repubblica Democratica del Congo (RDC) offrono un'opportunità inedita per impegnarsi immediatamente nell'eliminazione dei legami che intercorrono tra il commercio dei minerali e il conflitto che affligge la popolazione da oltre un decennio.
È da anni, infatti, che gruppi ribelli e membri dell’esercito nazionale congolese guadagnano milioni di dollari mediante lo sfruttamento illegale delle miniere di stagno, tantalio, tungsteno e oro e il controllo delle vie commerciali, infliggendo atroci sofferenze alla popolazione locale.
Il rapporto, intitolato L'avvenire del commercio dei minerali congolesi sulla bilancia: opportunità e ostacoli associati alla smilitarizzazione, rivela che, mentre una gran parte del commercio dei minerali dell'est del Congo resta ancora sotto controllo armato, l’uscita dei gruppi armati da Bisié - la più importante miniera di stagno della regione - costituisce un'evoluzione promettente.
( testo integrale link sul titolo)

Rapporti Mapping dell'Onu sui crimini commessi in RDCongo dal 1993 al 2003. 

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