1.6.11

aporia

La riflessione sulla morte appare quasi come un’aporia, un passaggio impraticabile, per una società che si concede pochi spazi, pochi momenti per la riflessione, che è fagocitata dalla velocità dei suoi ritmi, per una società che costruisce i propri valori attorno al culto del corpo e della salute, che punta ad un prolungamento quantitativo della vita più che alla qualità della vita stessa


:http://www.cremazione.it/vergacommiato.pdf...........  
..... Ogni cultura interviene per costruire una particolare ‹‹forma di umanità›› (Remotti 2000) e lo fa agendo sui corpi che non sono solo delle entità fisiche, sono anche entità simboliche nel senso che sono corpi sociali, sono corpi che recano tracce di determinati sistemi di pensiero, di credenze, di ideologie. Gli studi etno-antropologici rilevano come l’intervento culturale sui corpi prosegua anche dopo la morte: davanti ai processi di decomposizione e disgregazione biologica dei corpi (processi di tanatomorfòsi), le società umane reagiscono con ulteriori pratiche (pratiche di tanato-metamòrfosi) (Favole 2003) .......

1 commento:

Anonimo ha detto...

'Un tempo si moriva poco ad opera dell'uomo e molto per opera diretta della morte. Ora si muore molto ad opera degli uomini. La lotta per la pace si presenta come una lotta contro la morte' (M.Delbrel)

“Perché ci sia pace nel mondo, è necessario che le nazioni vivano in pace.
Perché ci sia pace fra le nazioni, le città non devono battersi le une contro le altre.
Perché ci sia pace nelle città, i vicini devono andare d’accordo.
Perché ci sia pace tra i vicini, è indispensabile che nelle case regni l’armonia.
Perché nelle case ci sia pace, bisogna trovarla nel proprio cuore.” (Lao-tse, VI secolo a.C.)