16.3.11

L'eclisse dei maestri-professori umiliati da una scuola che non li ama

Nei dibattiti odierni sulla scuola c’è un grande assente: il maestro-professore.
Ai margini dei discorsi sulle “riforme”, umiliato da un trattamento economico fra i più bassi in Europa (guadagnano ben di più i commessi del Parlamento), il maestro-professore è diventato un “prestatore di servizi” di fronte ad alunni, famiglie, consigli di classe che rivendicano per lo più unicamente il “diritto al successo scolastico”.
È così tramontata, specie in quella pubblica, l’idea di una scuola come luogo di formazione, di studio severo, di selezione, con l’insegnante che comunica una cultura fatta di testi, di letture, di date e di dati, di esercizi di memoria. Insomma un luogo di lavoro, di interrogazioni, di crescita sociale e civile, non solo un luogo di promozioni.
L’articolista individua una responsabilità precisa anche nel ruolo delle famiglie, orientate unicamente alla “difesa” dei propri figli e che considera la scuola una specie di parcheggio che non deve creare problemi: questo è il compito dell’insegnante, che non può dare valutazioni negative, perché il ragazzo è sempre buono e studioso (e se bocciato poi c’è sempre il ricorso al TAR).
La pedagogia “progressista”, tanto cattolica quanto laica, – conclude Gregory – ha distrutto il rapporto insegnante e studente fondato sulla competenza del primo e il bisogno di formazione del secondo, considerando ogni forma di valutazione una prevaricazione; ha difeso in sostanza i diritto dell’alunno all’ignoranza.
Si aggiungano poi i tagli del bilancio ministeriale, che hanno ridotto in questi ultimi anni drasticamente gli organici, i problemi derivanti dalla crescente presenza di immigrati, la mancanza da anni di un concorso per accedere all’insegnamento.
L’insegnante è così abbandonato a se stesso; dimenticata la sua funzione fondamentale di educatore, emarginato da ogni serio dibattito sulla scuola, non ci dobbiamo allora stupire che cerchi di andarsene dalla scuola, appena può.

FONTE: Corriere della Sera - sabato 12 marzo, pag. 12
AUTORE: Tullio Gregory


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