Un computer collegato a internet. E un'idea. Nasce così la scoperta fatta da Marco Astori e Guy Cicognani. E quelle degli altri inventori e innovatori che provano a "cambiare la vita in meglio" di RICCARDO LUNA
"LA COSA più buffa di questa storia è che io non sono uno scienziato e
nemmeno un laureato in chimica. Sono soltanto un grafico pubblicitario
che un giorno si è detto che doveva esserci un altro modo per fare la
plastica. Un modo che non inquinasse il pianeta per migliaia di anni.
Allora sono andato su Internet a cercare fino a quando quel modo l'ho
trovato". Questa è la storia di una rivoluzione fatta in casa, scoperta
per caso e destinata forse a cambiare le cose.
Gli oggetti della nostra vita. L'artefice si chiama Marco Astorri, ha 43 anni, tre figli, una pettinatura che lo fa assomigliare al protagonista muto di The Artist e un'azienda che sta facendo discutere il mondo: la BioOn sta a Minerbio, a 40 minuti da Bologna. Da qualche mese ogni settimana c'è una processione infinita verso questo misterioso laboratorio in mezzo ai campi: bussano i capi delle grandi multinazionali della chimica, ma anche i produttori di telefonini, personal computer e televisori, componenti per le automobili. Insomma tutti quelli che fanno prodotti usando la vecchia plastica.
Gli oggetti della nostra vita. L'artefice si chiama Marco Astorri, ha 43 anni, tre figli, una pettinatura che lo fa assomigliare al protagonista muto di The Artist e un'azienda che sta facendo discutere il mondo: la BioOn sta a Minerbio, a 40 minuti da Bologna. Da qualche mese ogni settimana c'è una processione infinita verso questo misterioso laboratorio in mezzo ai campi: bussano i capi delle grandi multinazionali della chimica, ma anche i produttori di telefonini, personal computer e televisori, componenti per le automobili. Insomma tutti quelli che fanno prodotti usando la vecchia plastica.
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