Capitolo 2: Tecnologie e relazioni collaborative
Mitologia dell’incontro in presenza
“All’esplosione della collegialità non corrisponde una adeguata valutazione critica della gestibilità delle riunioni e dei modi ottimali della loro conduzione. Le istituzioni tendono ad implodere
Residui di una cultura orale ci hanno spesso fatto dimenticare i limiti intrinseci a una riunione faccia a faccia che le tecnologie della comunicazione, offrendo ambienti più articolati, mettono oggi meglio in risalto.”
......
“In una riunione faccia a faccia si può avviare un brainstorming, ma difficilmente si può consentire di continuare una reale cooperazione produttiva se si è in un gruppo abbastanza numeroso. La forbice libertà/creatività vs decisionalità impone riduzioni pesanti. Gestori esperti delle riunioni sanno bene che una reale libertà, con la possibilità di ciascuno di esprimersi in libertà, può comportare il fallimento della riunione stessa; la riunione andrà orientata, se non pilotata, tenuta sotto controllo nei suoi fattori di disturbo; di fatto, per ben funzionare dovrà essere semplificata, sino al limite dell’assenso-dissenso nei riguardi di una lista di enunciazioni già (pre)impostate.”
“in una conversazione orale, la parola soffoca la riflessività, evoca commenti ed emozioni immediate e non c’è molto tempo per riflettere; aspetti emozionali e relazionali hanno il sopravvento rispetto alla riflessività e criticità che solo una valutazione pacata può permettere; essere accettati, gratificati, offrire una buona immagine di sé diventa spesso lo scopo primario, in un carosello di ego, un rito tribale in cui “le prime donne” si impongono.”
.....
- agevolezza nella condizione di elaborazione degli apporti (i soggetti partecipanti devono poter intervenire quando si sentono pronti, nel contesto che consente loro il maggior agio possibile);
- visibilità a tutto il gruppo degli apporti reciproci, dinamicità/editabilità del materiale”
>>>>
>>>>
Nessun commento:
Posta un commento