12.1.09

Ancora ............una corona

L' 11 gennaio 1999 moriva l'unico grande poeta che " ha saputo cogliere ...........le anime perse" ( Roberto Vecchioni)

FABRIZIO DE ANDRE' , uno dei cantautori italiani più famosi per la "profondità" dei suoi testi, ricchi di echi letterari. Essi prendono spunto da situazioni attuali, da eventi storici ( spesso interpretati come metafora del presente ) , dai problemi dei popoli perseguitati e dalle vicende di comuni esseri umani, spesso colllocati ai margini della società verso i quali l'autore ha sempre mostrato un forte sentimento di rispetto. Vi propongo uno dei testi più noti " La guerra di Piero" . Testo tanto noto, tanto bello, tanto attuale ma ............ignorato dai libri di testo.............



Dormi sepolto in un campo di grano ,

non è la rosa non è il tulipano

che ti fan veglia dall'ombra dei fossi

ma sono mille papaveri rossi.




" Lungo le sponde del mio torrente
voglio che scendano i lucci argentati,
non più cadaveri dei soldati
portati in braccio dalla corrente"

Così dicevi , ed era inverno,
e come gli altri verso l'inferno
te ne vai, triste come chi deve;
il vento ti sputa in faccia la neve.

Fermati , Piero, fermati adesso,
lascia che il vento ti passi un po' addosso,
dei morti in battaglia ti porti la voce:
" chi chiede la vita ebbe in cambio la croce"........

Ma tu non lo udisti , e il tempo passava
con le stagioni a passo di giava,
ed arrivasti a passar la frontiera
in un bel giorno di primavera:

E mentre marciavi con l'anima in spalle
vedesti un uomo , in fondo alla valle,
che aveva il tuo stesso identico umore
ma la divisa di un altro colore:

Sparagli Piero, sparagli ora
e dopo un colpo sparagli ancora,
fino a che tu non lo vedrai esangue
cadere a terra, coprire il suo sangue


" E se ti sparo in fronte o nel cuore
soltanto il tempo avrà per morire,
ma il tempo a me resterà per vedere,
vedere gli occhi di uhn uomo che muore"

E mentre gli usi questa premura
quello si volta, ti vede,ha paura
ed imbracciata l'artiglieria
non ti ricambia la cortesia.

Cadesti a terra senza un lamento
e ti accorgesti in un solo momento
che il tempo non ti sarebbe bastato
a chiedere perdono per ogni peccato;

cadesti a terra senza un lamento
e ti accorgesti in un solo momento
che la tua vita finiva quel giorno
e non ci sarebbe stato ritorno.

" Ninetta mia, crepare di maggio
ci vuole tanto, troppo coraggio,
Ninetta bella, dritto all'inferno
avrei preferito andarci all'inferno!"

E mentre il grano ti stava a sentire
dentro le mani stringevi il fucile,
dentro la bocca stringevi parole
troppo gelate per sciogliersi al sole.

Dormi sepolto in un campo di grano,
non è la rosa non è il tulipano
che ti fan veglia dall'ombra dei fossi
ma sono mille papaveri rossi.


Il testo composto nel 1966 è composto da quattordici quartine di endecasillabi e decassillabi a rima baciata ( AABB) , se si esclude la seconda a rima incrociata (ABBA)


Il ritornello iniziale è un anticipazione della fine: Piero è già morto e giace in un campo di grano, non ci sono per lui fiori coltivati come la rosa o il tulipan, ma fiori spontanei, cioè i papaveri, rossi come il sangue simbolo della morte.
La vicenda viene rivissuta in flashback: la guerra dura ormai da tempo e Piero esprime il desiderio che torni la pace; vuole pescare di nuovo nel torrente , dove l'acqua non trasporti più i corpi dei soldati uccisi. Ma la guerra non finisce , anche Piero imbraccia il fucile e va a combattere finchè un giorno di maggio, cioè in primavera, la stagione in cui la vita si rinnova, incontra il nemico che impaurito, quanto lui , approfitta di una sua esitazione e lo uccide.Piero muore consapevole di ciò che lascia tenendo tra le mani il fucile, così come dentro di lui rimangono frasi di dolore stupito.
La tematica ha in sé un chiaro messaggio: la condanna di ogni guerra poiché non ci sono mai motivi sufficientemente validi per uccidere i propri simili.

GRAZIE ................

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